IRLANDA

19 Apr

BEVI,CANTA E TUTTO PASSA

CORK 18/10/2011

Arrivo a Cork, città che si trova a sud-est dell’Irlanda, ho preso l’autobus (aircoach) dall’aeroporto di Dublino. Questa mattina ero a Londra, ho volato a Dublino e ho preso subito il pullman verso Cork.

Oggi ho rischiato di perdere l’aereo per la prima volta nella mia vita. Sono partita da casa di Jerome, un mio amico che mi ha ospitato a Londra, troppo tardi, ho dovuto camminare fino alla stazione della metro la quale sono 20 minuti di strada, ho sbagliato strada come al solito, arrivata alla stazione ho aspettato la metro per 20 minuti, arrivata alla stazione di Victoria non trovavo la fermata dell’autobus per prendere il pullman per l’aeroporto di Luton, finalmente trovo la fermata dell’autobus Terrravision il biglietto è costato 17 sterline e pensavo che impiegasse 65 minuti ma l’autista mi dice che impiegheremo 1 ora e mezza, ciò significa 20 minuti prima della partenza del mio aereo. C’è stato un incidente per strada cosi siamo rimasti bloccati nel traffico e sono arrivata all’aeroporto 4 minuti prima che il gate chiudesse, inizio a correre come una matta arrivata ai controlli mi fanno aprire lo zaino perché sospettosi del mio porta occhiali, certo che gli inglesi a volte sono proprio rincoglioniti, mi dicono che non posso portare il profumo con me se non ho una busta di plastica, in tutte le città non hanno detto niente e gli inglesi proprio rompono le scatole, dopo tutto sto casino non trovavo la carta d’identità, infatti mi era caduta dall’altra parte dei controlli, ho chiesto ad un signore di prenderla e faceva tutto lentamente, comunque correndo ho preso l’aereo per un pelo.

Arrivata a Dublino ho preso l’autobus per Cork, dopo 4 ore di viaggio finalmente mi trovo in questa meravigliosa cittadina Irlandese, il mio couchsurfer Brian mi stava aspettando per andare a casa sua, stanca e distrutta arriviamo a Little Island il paesino vicino Cork dove Brian con i suoi conquilini abitano.

19/10/2011

Per arrivare alla stazione dei treni di Little Island da casa di Brian, bisogna camminare 15 minuti a piedi attraverso una strada circondata da belle ville, alberi, giardini e non vi è ombra di esseri viventi o meglio di uomini, perché in quella strada tutto intorno a me è cosi vivo, sento gli alberi respirare, il vento soffiare e muovere i rami di questi meravigliosi alberi, percepisco l’erba verde svegliarsi dal sonno profondo della notte e riscaldarsi con i raggi del sole che trapano le nuvole.

Mi sento bene, sono felice, ho un po’ freddo ma con due maglioni, un cappellino, i guanti e la sciarpa sto bene, mi sento protetta, e sono contenta che non piove.

Arrivo in una strada molto grande e chiedo ad un ragazzo dove è la stazione e mi dice che è troppo lontano, tipo mezz’ora a piedi cosi mi chiede se voglio un passaggio e io ovviamente non perdo occasione. Il nome di questo ragazzo è David, è alto, robusto, carnagione bianca, occhi azzurri, capelli biondi e barba rossiccia, tipico degli irlandesi, fa lo scaffler cioè quelle persone che montano le impalcature ai muratori per lavorare nei palazzi alti. David è un bravo ragazzo, socievole, e buono, alla fine mi lascia direttamente a Cork.

Adoro gli Irlandesi sono simili ai Siciliani, allegri e sempre pronti a dare una mano.

Cork è una città di circa 120 mila abitanti, colorata, ogni negozio ha un colore diverso, verde, blu,giallo, rosso, viola, arancione,rosa, amo questa città perché mi rende allegra, cammino in St Patrick road e incontro un signore che suona il pianoforte per strada, la sua musica trasmette tanto amore. Mi chiedo come abbia fatto a portare il pianoforte fino a lì, c’è anche un signore che suona il violino, un altro signore alto, in giacca e cravatta che canta … è impossibile non fermarsi ad ascoltarli e dare loro una monetina.

Arrivo a Golden Parade che è una via vicina ad un ponte che ti permette di attraversare il fiume Lee, in pratica il centro di Cork è un isola nel mezzo di questo fiume e per arrivare lì bisogna attraversare alcuni ponti.

Supero il ponte e vado in direzione di quello che sembra da lontano una cattedrale, infatti lo è. ST Finbarre’ s Cathedral costruita da William Burges tra il 1865/1879 in bishop street nella zona dove St Finbane aveva fatto costruire un monastero.

Questa cattedrale è bellissima, circondata dal verde dei prati dove ci sono alcune tombe, probabilmente di persone famose. L’energia in questo luogo è bellissima, l’aria è fredda, ma il sole riscalda le anime di questo parco. Mi sento come se fossi a casa, sono totalmente in sintonia con questo luogo, percepisco che tutto quello che è successo negli anni passati in questo luogo è stato qualcosa di buono e magico.

Per visitare la cattedrale bisogna pagare 4 euro e sinceramente non ne vale la pena, in Italia ci sono chiese molto più belle e gratis da visitare.

Uscita dalla cattedrale mi dirigo verso la università che si chiama UCC, mentre cammino inizia a piovere per fortuna non tanto forte, sento tanto freddo ma quando arrivo all’università magicamente il sole compare, le nuvole volano via e lasciano spazio ad un po’ di calore.

Mi trovo nel “ Main Quadragle” che è uno spaziale molto grande a forma di rettangolo dove al centro ci sono dei quadrati di erba all’inglese, circondata da palazzi dallo stile collegiale, mi siedo in una panchina e mi godo il sole e tutto ciò intorno a me.

La maggior parte dei ragazzi sono Irlandesi, sono vestiti con abiti leggeri, alcuni in maniche corte, altri con una semplice maglietta a maniche lunghe, la loro carnagione è molto chiara, hanno le guance rosse dal freddo, percepisco la tensione di un esame, la voglia di sognare, il divertimento, la spensieratezza, la voglia di conoscere gente nuova.

Quando il sole decide di nascondersi dietro le nuvole mi alzo e continuo a vagare all’interno di questo complesso universitario ed entro dentro una sorte di corridoio chiuso da un lato da finestre e dall’altro lato da mura, questo è il “stone corridor” dove ci sono esposte 28 pietre sulle quali si trovano i segni dell’ Ogham cioè la lingua da dove l’Irlandese proviene. L’alfabeto consiste in 20 caratteri divisi in quattro gruppi di cinque caratteri l’uno. E’ emozionante poter toccare e vedere qualcosa che è stato scritto da antenati.

Camminando per strada in direzione centro, un signore sulla sessantina, alto, magro, con un cappello Irlandese a quadretti marrone, arancione e verde mi chiede se mi è piaciuta la cattedrale, così iniziamo a camminare insieme e alla fine passiamo tutto il pomeriggio insieme. Il suo nome è Thomas, è un pensionato di Limerick ( una città ad est dell’Irlanda), faceva il contadino in una piccola isola di Limerick, posseduta dalla sua famiglia da 3 generazioni. E’ venuto a Cork con l’autobus per visitarla perché non l’aveva mai vista. Thomas è un uomo felice della sua vita, stanco di lavorare, ma curioso e voglioso di conoscere, viaggiare e scoprire, incuriosito dai miei viaggi mi fa tremila domande dicendomi che solo cosi può viaggiare.

Gli ho promesso di inviargli ogni tanto delle cartoline cosi viaggia con me in qualche modo, ed è l’unico modo per stare in contatto perché non sa usare internet. Sono felice di fare ciò, adoro condividere le storie dei miei viaggi con altre persone.

Il centro di Cork è circondata da un fiume per ricordarti che la vita è un flusso nella quale buttarsi senza opporre resistenza ma farsi trascinare.

Cork è un ponte che unisce due persone lontane per ricordarti che è sempre possibile raggiungere ciò che si ama.

Cork è una coppia di anziani che dopo una vita si amano ancora e sono felici di condividere il proprio tavolo con una sconosciuta e scambiare quattro chiacchere in allegria per dirti che parlare con gli sconosciuti arricchisce in qualche modo la tua vita.

Cork è un sorriso regalato solo perché stai vivendo veramente.

CORK BY NIGHT

La sera sono uscita con Brian e i suoi conquilini, siamo andati in un pub che si chiama Washinton in. Classico pub Irlandese, fatto di legno, moquette, e puzzolente.

Le ragazze sono super vestite, non nel senso che hanno addosso tanti vestiti anzi tutto il contrario, sono quasi nude con 8 gradi fuori dal locale, non portano calze, indossano vestiti che in Italia usiamo per andare ai matrimoni, tacchi altissimi, truccatissime. Gli uomini apprezzano ciò e lo fanno notare, non come gli inglesi o gli australiani che guardano le donne di nascosto. Gli irlandesi sono come gli uomini latini, cacciatori veri cacciatori, ti guardano, ti sorridono,ti fanno complimenti, ti fanno sentire importante, sono gentili, vogliono sempre pagare e offrire, sono dei veri gentlemen.

C’è la musica ma non molta gente balla, gli irlandesi non amano ballare, anzi non si muovono per nulla, per loro divertirsi è andare in un pub, bere tanta birra, non avevo neanche il tempo di finire la mia birra che mi ritrovavo un altra birra nell’altra mano. Ho chiesto Brian di andare a ballare e lui mi ha detto: “ no Debora ballare è una perdita di tempo” ho chiesto il perché e lui ha risposto: “ perché quando balli non puoi bere” sono scoppiata a ridere non avevo mai sentito una scusa cosi plausibile per non ballare.

Adoro gli irlandesi mi fanno sentire come a casa.

KINSALE

Kinsale è una piccola cittadina di porto a 50 minuti da Cork. E’ un piccolo paesino, pieno di piccole botteghe artigianali, tutte colorate come Toms Artisan Bakery, sono circondata da case blu con porte e finestre rosse, verde mela, violetto chiaro, verde bottiglia. Non ci sono palazzi alti, ma casette e piccole villette. Tutti qui mi sorridono e mi salutano, due bambini mulatti mi salutano, un signore mi lascia passare dopo lui per strada.

Ho visitato Desmond Castle, la quale è veramente molto piccolo è praticamente formato da una torre e una porta, c’è una chiesa Anglicana molto bella e il Carmelite Friary che è una chiesa con una campana molto grande nel cortile. Tutto questo è visitabile camminando in centro , in meno di un ora avevo già visitato tutto e conosciuto quasi tutti gli abitanti del paese cosi decido di andare a vistare James’s fort la quale è dall’altra parte del fiume, cioè di fronte a Kinsale, se nuoto arrivo subito e non vi nascondo che l’idea mi era balenata in testa, ma sinceramete faceva troppo freddo. Non c’è un ponte che porta direttamente li ma bisogna camminare 40 minuti, percorrere la strada lungo il porto che porta verso Cork, percorsa tutta la strada c’è un ponte e dopo il ponte si deve percorrere la strada parallela a quella di prima in direzione opposta, in pratica cammini scrivendo una U.

Dopo 40 minuti arrivo in un luogo isolato, nascosto da cespugli spinosi, tutto verde e finalmente percorrendo dei sentieri vedo James Fort. Wow che spettacolo, questo ammasso roccioso a forma di castello circondato da una distesa d’erba umida, verde e viva. La cosa bella è che questo forte non si intravede neanche un po’ dalla strada, cioè tu cammini, cammini, cammini e magicamente te lo ritrovi davanti sorprendendoti.

Ero da sola non c’era nessuno, completamente nessuno. Il forte era tutto mio, ho iniziato a correre intorno, a percorrere sentieri a saltare, ballare e ho chiesto cortesemente ad un cespuglio di scattarmi una foto.

Mi sentivo libera, selvaggia, una guerriera pronta a tutto pur di salvare il suo castello, insomma una vera e propria pazza.

Tornata al porto di Kinsale prendo l’auotbus di ritorno per Cork, stanca ma felice, ne è valsa la pena camminare cosi tanto e avere scoperto un luogo magico come James Fort.

James Fort è la magia di vivere ancora nonostante la pioggia, il freddo, il vento,l’umidità, le guerre, è la magia del luogo nascosto la quale solo i più curiosi e avventurieri hanno il piacere di toccare.

James Fort è chiedersi quel qualcosa in più che viene sempre ripagato.

BELFAST, NORD IRLANDA

Ho viaggiato tutto il giorno per arrivare in questa città, prima ho preso l’autobus da Cork fino a Dublino, cinque ore di viaggio, e poi da O’Connell station a Dublino fino a Belfast con il treno, almeno il treno era molto comodo e ho dormito tanto.

Alan il couchsurfer che mi ospiterà a Belfast, è venuto a prendermi alla stazione per fortuna perché ero distrutta. Alan è un ragazzo di 33 anni, robusto, calvo, occhi azzurri, carnagione molto chiara, è divorziato, lavora in banca,suona la chitarra e canta nei locali durante i weekend. Non ha una gran vita sociale, penso perché tutti i suoi amici sono sposati,alcuni hanno figli,lui dice di stare bene da solo, percepisco che ciò non è vero.

Alan è un ragazzo con un cuore gigante, molto buono. Per il mio compleanno mi ha preparato una mega colazione, con uova, bacon, e pane molto buona.

Siamo stati in giro per Belfast, passati per un parco che si chiama: Ormeau, pieno di uccelli bellissimi, in particolare ci sono degli uccelli blu che si chiamano Magpaes. Gli irlandesi dicono che se ne vedi uno porta tristezza, se ne vedi 2 portano gioia, 3 una figlia, 4 un figlio.

Belfast non ha niente di irlandese, i palazzi sono tutti uguali a stampo inglese, molto noiosa, tutto dello stesso colore, si capisce subito che è stata rubata dagli inglesi,è monotona e triste, monotona perché gli inglesi hanno l’abitudine di costruire tutti i palazzi uguali, della stessa forma e colore, le case si distinguono solo dai numeri civici.

Vicino al fiume c’è un pesce gigante costruito in ceramica, con mattoni blu e bianchi e in ogni mattone c’è il disegno di qualcosa come per esempio il Titanic, ho provato a baciarlo sulla bocca ma non si è trasformato in un principe, Alan dice che è normale perché non è una rana.

Bella l’università la Queen, gigante e costruita con mattoncini rossi.

Ci sono un sacco di negozi dove costruiscono dei pupazzetti,la maggior parte sono caricature politiche. Ed è grazie a questi negozi che ho scoperto i leader dei due partiti politici più importanti nel nord d’Irlanda. Ian Paisley è il capo degli Unionist che vogliono il nord Irlanda sotto l’Inghilterra e Jerry Adams capo dei Repubblicani che invece vorrebbero essere uniti con l’Irlanda del sud. Come tutti sanno l’Irlanda del nord fa parte del Regno Unito infatti hanno le sterline come moneta, invece il resto dell’Irlanda ha l’euro e fa parte dell’Irlanda.

DUNLUCE CASTLE

E’ un castello che si trova al nord di Belfast vicino Portrush. Alan mi ha portato lì con l’auto. Gli ho detto che adoro i castelli, così mi ha fatto felice.

Questo è il mio castello, sono convinta che in un altra vita, vivevo in un castello, probabilmente ero parente del re o della regina, l’unico mio problema era che ero ribelle, non volevo vivere all’interno di quelle mura ma volevo visitare il mondo, cosi leggevo tanto, studiavo medicina alternativa, erbe per curare le malattie. La mia famiglia vedendomi cosi acculturata e dire cose “strane” pensarono che ero una strega e mi bruciarono al rogo. Sono fermamente convinta di ciò cosi quando sono arrivata in questo castello, mi sono subito sentita come a casa, ho percepito di avere vissuto lì.

Dunluce Castle si trova sulla roccia a quaranta metri di altezza, sulla costa del nord di Autum a 5 km est da Portrush e a 3,5 km a ovest da Bushmills. Vicino la Scozia. Questo castello mozza il fiato, circondato da una distesa di prato verde, su una roccia pericolosa e sfaldabile con il tempo e con le onde del mare, le onde toccano violentemente le roccie dove si erige questo meraviglioso castello.

La vista toglie il respiro,il mare succhia le tue energie, il cielo ti ruba i pensieri e il prato verde ti fa sentire un anima leggera senza corpo dove non esiste il tempo, non esiste oggi, domani e ieri, tutto è infinito e soave.

Mi sono sdraiata sul prato per essere ancora più in connessione con questo luogo e devo dire che è una sensazione meravigliosa, mi sentivo parte del tutto. Anche se questa sdraiata mi è costato un jeans bagnato e pieno di fango e non è una sensazione piacevole camminare con il sedere bagnato mentre ci sono 8 gradi e fa freddissimo e con il sedere pieno di fango sapendo che ho solo questo paio di jeans e devo viaggiare per altre 3 settimane. Ma sono felice di averlo fatto, mi piace toccare ciò che vedo, mi piace abbracciare il mondo, è come quando sei con un ragazzo che ti piace, è bello guardarlo e parlargli ma è ancora più bello toccarlo, accarezzarlo, baciarlo per sentire la sua energia dare la mia di energia per unirsi in una più grande e uscirne arricchiti, per essere in grado di possedere più energia di prima. Ecco a me piace fare l’amore con i posti che visito, mi piace sentirne la passione, il battito del cuore, amo sentire la vita di un luogo e vi posso giurare che anche se un posto non si muove e nessuno vi abita, potete percepire energia, si energia viva.

Vicino al mio castello c’è il GIANT’S CAUSEWAY. É un luogo incantato sulla costa nord-est dell’Irlanda, proprio di fronte la Scozia, si riesce anche a vederla.

Esiste una leggenda che dice che vi era una lotta tra Irlandesi e i giganti Scozzesi, gli Irlandesi non sapevano come sconfiggerli cosi travestirono un Irlandese come un bimbo, la moglie ha cucinato una torta che sembrava una roccia, cosi quando i giganti sono arrivati in Irlanda hanno visto questo bimbo gigante mangiare una roccia(la torta) e pensarono che se i bambini mangiano le rocce dimostra che sono forti e quindi gli adulti devono essere ancora più forti, cosi, scapparono via.

Sono curiosa di conoscere la versione Scozzese di questa leggenda…. Vi farò sapere in giugno!

Questo luogo è incredibile si cammina lungo la costa fino ad arrivare a queste rocce che unite tra loro sembrano delle patatine fritte finte, l’acqua li bagna e li modella, è possibile arrampicarsi fino in cima e ti senti come il conquistatore del posto, da lì puoi controllare e possedere tutto. Percepisco che qui sono avvenute tante battaglie.

DUBLINO

Stazione O’Connell, Dublino.

Piove, piove, piove tanto e c’è tanto vento. Oggi ho avuto la felice idea di mettere gli stivali in una busta, ma la busta che mi ha dato Alan era di carta, devo camminare 20 minuti dalla stazione a casa di Alexandre il ragazzo di couchsurfing che mi ospiterà a Dublino. Ho aperto l’ombrello ma si capovolge sempre, così la busta inizia a sciogliersi e a rompersi, mi ritrovo a camminare con gli stivali in mano, il diario nell’altra e l’ombrello che si gira sempre, in pratica mi sono bagnata tutta, finalmente arrivata in Church street, non riesco a trovare il numero civico che è 213, ero bagnatissima e stanca così fermo un taxi, gli do l’indirizzo e non ha idea di dove sia, diceva che quel numero civico non esiste, chiamo Alexandre e risponde una signora italiana molto arrabbiata e infastidita della mia chiamata, chiaramente il numero è sbagliato. Così chiedo al taxista di portarmi in un ostello. Il letto in una stanza con altre 16 ragazze costa 17 euro, non potevo dire di no perchè ero tutta bagnata e stanca, così arrivo davanti la reception con i miei stivali in mano, bagnata e faccio il check-in. Quando entrai in camera tutte già dormivano, le luci erano spente non vedevo nulla. Ero molto incavolata, certo che i brasiliani sono proprio inaffidabili, bé quando si viaggia all’avventura gli imprevisti fanno parte del gioco, e comunque la gente di Couchsuring è gente che non ho mai incontrato anche se questa è la prima volta che mi capita una cosa del genere con questo sito.

Non ho dormito bene, alcune ragazze sono arrivate alle 2 di notte e hanno fatto un sacco di rumore, altre che si sono svegliate alle 4 del mattino. Fuori la pioggia era forte, il vento era ancora più forte della pioggia, le finestre sbattevano, i vetri tremavano, per fortuna che ero al caldo, sotto le coperte e sotto un tetto.

Il giorno dopo decido di andare a cercare la casa di Alezxandre, ma ho camminato per 2 ore sotto la pioggia senza nessun risultato, cosi decisi di andare in un internet point per cercare degli ostelli che costano poco. Dopo sono andata in un fast food, aspettando che la pioggia finisca.

Mi trovavo in Temple bar, che è una strada piena di bar, pub, ristoranti veramente molto carini, costruiti con il legno, colorati di giallo, rosso blu e verde. Un signore di 70 anni all’angolo della strada mi guardava e mi sorrideva, mi chiede: “che ci fai a Dublino con questa pioggia?” “ torna al tuo paese” e inizia a ridere, è un signore simpaticissimo e divertente iniziamo a parlare, mi chiede dove sono stata in Irlanda e gli parlo di Dunluce castle, lui non c’era mai stato cosi apro la borsa per mostrargli la cartolina e lui mi dice : “ ma sei pazza? Apri la borsa in questo modo davanti ad uno sconosciuto? “ io inizio a ridere sapevo già che lui non è un ladro, ma comunque chiudo la borsa, adoro questo signore. Lo saluto e continuo a camminare, quando improvvisamente ricevo un sms sa Alexandre scusandosi per quello che era successo e che mi aveva dato il suo numero brasiliano e mi invita ad andare a casa sua. Era impossibile trovare casa sua perché il numero civico dell’appartamento è dentro un palazzo la quale non ha un numero civico ma un nome.

Sono felice di essere a casa sua al caldo e soprattutto di poter mettere tutti i miei indumenti bagnati sul termosifone.

Cosa visitare a Dublino: la cattedrale di S. Patrick, il castello che non è un gran ché, ma si trova davanti un parco, dove è piacevole stare seduti sulla panchina sotto il sole.

Henry street è una strada piacevole, piena di negozi. In questa strada c’era una coppia Argentina con la loro moto il cui nome è Pilota e hanno visitato 75 paesi. Si trovavano per strada con la “Pilota” e il mappamondo con indicati tutti i paesi dove sono stati e con le loro foto, adesso vendono orecchini e collane per raccogliere soldi e continuare a viaggiare. E’ un idea brillante, percepisco che questa coppia è felice e serena così gli do 5 euro, so che non sono tanti ma per me significa un pranzo. So cosa vuol dire viaggiare e cosa si prova.

Mi sono divertita veramente molto con Alexandre e il suo coincuilino Danilo, sicuramente perché sono Brasiliani… loro adorano ballare e divertirsi come piace a me, gli Irlandesi sono molto divertenti ma non amano ballare il ché è un vero problema per me che amo ballare.

Alexandre mi ha portato in un pub dove il martedì la birra costa 2 euro, e c’è un gruppo Irlandese che suona musica rock il loro nome è “ The Troubadours”.

Questo gruppo musicale è veramente figo, interagiscono con il pubblico, sono dinamici,allegri, divertenti. Appena hanno saputo che ero italiana mi hanno cantato “ That’s Amore”, mi hanno detto in quali città sono stati in Italia e tutto ciò al microfono:)

Un ragazzo si alza e inizia a ballare la danza Irlandese, allora mi invitano a ballare con lui, io non perdo occasione cosi mi ritrovo davanti il palco a ballare una danza che non conosco con un ragazzo sconosciuto. Mi sono divertita veramente tanto. In pratica non mi potevo muovere, che appena mi alzavo per andare da qualche altra parte il cantante diceva: “ hey italiana dove stai andando?” mi adoravano e io adoravo loro.

A malincuore vado via dall’ Irlanda, è uno di quei posti che tutti devono assolutamente visitare.

Amsterdam, la città dell’armonia e dell’equilibrio.

1 Mar

Sono a Schiphol, l’aeroporto di Amsterdam, ho volato da Dublino fino a qui con Aer Lingus, sto malissimo, ho nausea,sonno, mi sento uno straccio da buttare via…Ieri sera a Dublino ho fatto un po’ troppo festa..Non capisco molto bene questo aeroporto, devo prendere un treno che mi porti in centro, ma non so quale, ho fatto il biglietto ma non so in quale piattaforma devo andare, per fortuna che gli olandesi sono gentili, simpatici e parlano inglese se no chissà dove sarei finita.

Finalmente arrivo alla stazione centrale dove c’è Roland un couchsurfer conosciuto a Palermo due anni fa e adesso mi ospiterà ad Amsterdam. Roland è il classico olandese; biondo,occhi azzurri, carnagione chiara e alto. E’ un ragazzo riservato, gentile, un grande viaggiatore, tranquillo, adoro parlare con lui, mi sento libera di parlare di qualsiasi cosa.

Roland arriva con la sua bicicletta, mi carica su e mi porta a casa sua che è nella parte est della città, la zona ha un nome impronunciabile come quasi tutte le parole in olandese.

Amsterdam è bellissima, purtroppo Roland lavora cosi non può venire con me in giro, cosi sono andata da sola e ho impiegato quattro giorni per visitarla a piedi, tutti hanno la bicicletta anche i turisti l’affittano per visitarla, io ho preferito camminare. Non vi nascondo che all’inizio non è facile orientarsi perché le strade non sono a stampo romano cioè a croce, ma formano un cerchio, Amsterdam è come se fosse un pallone dentro un pallone e questo dentro un altro e questo dentro un altro.. le strade sono cerchi che si avvolgono. Spesso mi sono ritrovata nella strada di partenza semplicemente provenendo da un altra strada.

I quartieri che mi sono piaciuti di più sono Joordoan che si trova ad ovest della città e Leidseplein, questo quartiere è bello perché pieno di negozi e c’è una piazza enorme dove sedersi, bere un caffè e rilassarsi.

Una delle strade più belle è Nwe Spigelstr in direzione del museo Rijks, è una strada piena di negozietti particolari, alcuni di antiquariato, altri di vestiti costosi, scarpe sono molto caratteristici.

Mi è piaciuto molto il mulino a vento che si trova ad est della città il cui nome è Molen de Gooyer, vicino casa di Roland e sempre ad est nella via Primis Henriklada c’è la nave volante, quella della leggenda.

La leggenda racconta che in Africa è stata vista una nave olandese andare veloce come la luce, per questo motivo l’hanno chiamata la nave volante.

Ho visitato il museo Rijks pensando che fosse quello di Van Gogh, sono entrata l’ho girato tutto e ho visto cose molto interessanti come quadri che raffiguarno il Brasile quando gli olandesi l’hanno conquistata, ma non c’era neanche l’ombra di Van Gogh, per fortuna non ho chiesto a nessuno : “ scusi ma dove sono i quadri di Van Gogh” probabilmente la gente si sarebbe messa a ridere per ore…Cosi scontenta del museo pensai che forse hanno dato il nome Van Gogh al museo ma i quadri sono a Parigi. Tornata a casa di Roland, Roland guardando il biglietto del museo mi fece notare che quello non era il museo che volevo visitare, ma un altro. Ero scioccata, quando viaggio sono proprio imbranata, ma dove ho la testa???

Il primo novembre sono andata a vedere il museo di Van Gogh quello vero però, ho fatto una coda di 1 ora e mezza. Adoro questo museo, soprattutto adoro Van gogh. Ho scoperto quadri che no conoscevo e ho scoperto un pittore il cui nome è Redon, il suo quadro più importatne è il “ Buddha”. Questo quadro trasmette serenità, mi fa veire voglia di meditare e mi fa sentire in connessione con il mondo soprannaturale.

Mi piacciono molto i quadri di Van Gogh dell’ ultimo periodo della sua vita, perché sono la dimostrazione del fatto che ognuno di noi vede e riproduce il mondo in maniera diversa dagli altri. Van Gogh vedeva il mondo a colori forti e a puntini, mi piace la sua visone del mondo, mi rende allegra, mi fa ridere, mi fa sentire come una bimba che sparge la vernice colorata per la stanza e ride, ride, ride.

La notte c’è tanta vita, Amsterdam è più affollata di notte che durante il giorno. Ci sono tantissimi bar, pub molto carini come tutti sanno è possibile fumare l’erba, anzi te la forniscono direttamente loro. E devo dire che non è caro, un boccale di birra costa 4 euro. Siamo andati in giro per la notte di Halloween, noi eravamo diciamo vestiti, io da diavolo e lui da Fonzie di Happy days, perché siamo andati ad una festa a casa di una sua amica, ma in giro non c’era molta gente travestita non sentono molto questa festa.

Agli olandesi piace bere birra e fare due chiacchere questo è il loro modo preferito per divertirsi, di ballare non se ne parla proprio, per fortuna che mi sono scatenata a Dublino con i Brasiliani.

Amsterdam è un cerchio dove nel punto in cui la vita inizia questa stessa si riunisce per poi finire.

Amsterdam è una strada a luci rosse dove le donne esposte in vetrina, sono tristi ed annoiate per suggerire a tutte le donne del mondo che esiste sempre un altra possibilità e sta a noi decidere quale cogliere. Amsterdam è un negozio pieno di preservativi di tutti i tipi per farti ridere.

Amsterdam è un bimbo che dorme sul cestello della bicicletta mentre il papà pedala.

Amsterdam è un pazzo italiano che vede tutto nero trovando in questa città la libertà di poter esprimere le sue idee senza paura.

Amsterdam è una donna che piange ricordandomi che ogni tanto piangere purifica l’anima e il cuore.

Amsterdam è un uomo olandese che vende patatine fritte con amore, passione e allegria, per dirti che non importa cosa fai ma come lo fai.

Amsterdam è più che sesso e droghe, è un insieme di palazzi colorati per trasmetterti equilibrio,è una montagna di biciclette per farti sentire libera, Amsterdam è piena d’acqua per lasciarti andare alla vita.

Sicuramente Amsterdam è una di quelle città dove andrei a vivere.

Rio de Janeiro ( seconda parte)

1 Feb

PRIMO BLOCCO DI SAMBA

Non vedevo l’ora di partecipare al primo blocco di samba, Alan mi ha portato a quello della scuola di “Unidos de Vila de Izabel”, il cui nome viene preso dal quartiere stesso.

Tutte le persone, con addosso una maglia blu e azzurra che simboleggia la scuola, sulla strada cantano, ballano a passo di samba dietro un carro enorme che suona la musica.

E’ impossibile non farsi trascinare da questa energia esplodente. É un flusso di anime calde che ti trascina verso la follia, la follia di dimenticare chi sei, di dimenticare dove sei, dimenticare i tuoi pensieri e sentire soltanto il tuo corpo che vibra , il tuo cuore che batte all’unisono con gli altri e la tua energia che si fonde con le altre per crearne una sola.

Per sentire tutto ciò è meglio imparare a ballare la samba, io ho imparato in Australia con i miei amici Brasiliani, grazie a loro ho vissuto il blocco da protagonista e non da spettatrice.

 

CORCOVADO CRISTO REDENTOR

Alan mi ha portato a visitare una delle sette meraviglie moderne del mondo. Siamo saliti con l’auto sulla montagna del Corcovado e il parco di Tijuca, le strade sono a stampo romano, circondate da grandi alberi verdi, è uno spettacolo passare da lì si vede anche la favela di Santa Marta, la salita è ripida, la strada piena di buche, arrivata in alto presi un pulmino che mi portò in cima, in quanto è vietato salire con la propria auto, il biglietto costa 24,75 real compresa l’entrata per vedere il Cristo.

La vista dalla cima è meravigliosa, si vedono tutte le spiaggie e parte della città.

La statua del Cristo è gigante, più grande di quanto immaginassi. Cristo è lì con le braccia aperte ad abbracciare Rio de Janeiro, lo sguardo rivolto verso uno dei panorami più belli al mondo e sorride alla vita.

FAVELA ROCINHA

La favela di Rocinha è la favela più grande del sud America situata nella parte sud Di Rio de Janeiro.

Sono molto fortunata perchè ho incontrato Maka un ragazzo che ha avuto una brillante idea: quella di trasformare la sua casa in Rocinha in un ostello: “ostello Rocinha”. Quando Maka mi invitò ad andare a dormire per un po’ di giorni nel suo ostello accettai subito. Tutte le persone che incontrai mi dissero che sono una pazza, mi sconsigliarono vivamente di andare, mi dissero che è molto pericoloso e mi dicevano “ speriamo di incontrarti di nuovo tra una settimana”. Io come al solito non ascolto ciò che la gente dice ma ascolto il mio cuore e le mie sensazioni. Sentivo che sarebbe stata una esperienza unica. Cosi con un po’ di paura ma con tanta voglia di vivere quel posto dalla spiaggia di Ipanema presi l’autobus che mi portò all’entrata di Rocinha.

Maka mi aspettava lì, presi un taxi moto per raggiungere la sua casa che è in cima della collina. Questa cosa della moto taxi è geniale in quanto è il modo più veloce per raggiungere la cima ma anche la più pericolosa. Le moto sono enormi, corrono a velocità sproporzionate tra le curve di Rocinha. Ero già felice di essere lì.

Maka è un ragazzo di 27 anni. Mulatto, media statura con i capelli da leone, è una buona persona, nonostante sia balbuziente è sicuro di sé, è perseverante e determinato e la cosa più forte che mi trasmette è il non accontentarsi sa che può avere di più e come dice lui “con tanta fede puoi ottenere ciò che vuoi”. Ha un tatuaggio sul braccio destro; è una stella, ai vertice di questa stella ci sono scritte delle parole come fede, famiglia, cuore, mente,perseveranza, umiltà, rispetto. Ha sognato questo tatuaggio tre volte ed è il suo focus, gli fa ricordare tutto ciò che vuole nella vita e che serve per riuscire. Amo questo tatuaggio perché ha veramente un valore. Maka parla bene inglese, è l’unica persona che ho incontrato in Brasile che parli inglese senza aver mai viaggiato, mi ha detto che ha studiato in una scuola americana perché è stato scelto fra tanti e non ha pagato. Gli ho consigliato di andare a lavorare all’aeroporto visto che nessuno parla inglese lì, lui mi ha risposto che guadagnerebbe di meno di quanto guadagna adesso facendo la guida turistica e non sarebbe libero di gestirsi il proprio tempo come vuole, lo capisco benissimo dico sempre che la libertà non ha prezzo, meglio guadagnare di meno ma avere la libertà di gestire il proprio tempo come si vuole. Maka vive con la mamma e il fratello nella punta più alta di Rocinha. La sua casa è molto bella in confronto alle altre. La mamma di Maka ha impiegato 13 anni per costruire questa casa, facendo la cuoca, cucina a casa e poi vende il cibo, è una specie di take away ristorante, ha tre figli: due maschi e una femmina, avuti con tre uomini diversi. Quando Maka mi raccontò ciò ero scioccata, e gli chiesi perché con tre uomini diversi e lui mi rispose che è normale, una donna incontra un uomo si innamorano e decidono di avere un figlio, se le cose vanno male si lasciano, poi la donna incontra un uomo si innamora di nuovo e decidono di avere un figlio se le cose vanno male si lasciano, e cosi via. La maggior parte dei brasiliani hanno tanta facilità ad innamorarsi ed a dare fiducia alle persone, vivono per l’amore non hanno paura di essere feriti.

Ogni favela ha un proprio sindaco che si occupa di tutto e comunica con il municipio di Rio. In questa favela ci sono 500 bande che si occupano di droga, ci sono ladri che portano le cose rubate a queste bande in cambio di droga. Si capisce subito quando un uomo fa parte di una banda perchè amano mostrare ciò che hanno, di solito indossano catene d’oro, molti anelli, hanno belle auto e belle donne. Gli appartenenti a queste bande uccidono solo per rispetto, ciò significa che se un componente di un altra banda fa qualcosa che manca di rispetto all’altra banda li portano sul punto più alto della favela e li uccidono, poi li seppelliscono, di solito sanno già che verranno uccisi cosi ogni tanto le famiglie provano a convincere la banda avversaria ad non uccidere il proprio familiare, se li convincono la vittima si salva con un braccio o una gamba in meno. In media uccidono tra 5 e 10 persone al mese. In Engenho Novo ho visto un uomo sdraiato sul marciapiede con la testa sanguinante, attorno c’erano molte persone e anche bambini, un poliziotto con il mitra in mano puntato sulla testa di quest’ uomo ferito, non ho capito bene se quell’uomo era già morto, se era stato il poliziotto ad ucciderlo o qualcun’altro. Percepivo la paura della gente, ma anche il coraggio di continuare a vivere. Io mi sentivo confusa, non sapevo bene cosa fare se scappare, se indagare sull’accaduto, avrei voluto scattare delle foto ma avevo molta paura della reazione della gente, cosi preferì allontanarmi e continuare per la mia strada. In Rocinha non ho visto niente di tutto ciò, ho solo visto persone ballare Forro di giorno sulla strada, gente che mi sorride e mi saluta, bambini che mi chiedono di fargli le foto. Dovreste vederli sono vanitosi e bellissimi, si mettono in posa. Sono adorabili tutte le volte mi facevano emozionare e sentire viva. Secondo me la parte più bella di Rocinha è il parco giochi tutto colorato, Maka dice che questo parco ha dato un infanzia ai bambini di Rocinha perché prima non avevano l’altalena, lo scivolo, non avevano spazi dove giocare solo per bambini.

Due ragazzine Gabriella e Tiziana non amano andare a scuola ma vogliono solo passeggiare, farsi scattare foto, ballare, e mangiare. Loro si che hanno capito tutto dalla vita!

Aesia una bimba di 3 anni con i capelli ricci, scura di carnagione, gioca con le bambole, la saluto e iniziamo a parlare, mi fa conoscere tutta la sua famiglia che stanno costruendo la loro casa vicino la foresta, mi dice che la sua mamma è bella come lei e dice alla mamma di sciogliersi i capelli per mostrarmi quanto è bella, mi regala una caramella, mi chiede come mi chiamo, e da dove vengo. Sembrava una bambina di 8 anni da come parlava, è uno spettacolo della natura.

Giselle è un altra bimba di tre anni, bellissima, anche lei con i capelli riccissimi, scura di carnagione con un vestito arancione che balla la samba davanti a me e non prova vergogna a farsi riprendere dalla mia telecamera. Adoro questi bimbi!!

Rocinha è una moltitudine di colori che ti rende felice, è musica ventiquattro ore al giorno che ti ricorda che la vita va ballata, è un signore che gioca con un aquilone per ricordarti che vale sempre la pena giocare, è il sogno brasiliano dell’Australia che ti dice che vivere è anche sognare, è l’amore per una donna che ti cambia la vita.

Rocinha è amore per la famiglia che ti fa sentire a casa, è una bimba di tre anni che sa di essere bella per ricordati quanto è importante amare sé stessi, è tre bimbi che fanno finta di giocare a dama per suggerirti che ogni tanto la vita va vissuta alla leggera.

Rocinha è un luogo in cui bisogna andare con il cuore aperto e un sorriso per sentirne veramente la magia.

Brasile: Rio de Janeiro (prima parte)

11 Gen

Brasile: Rio de Janeiro (prima parte)

La città dell’amore, del divertimento, della musica, del ballo, della speranza, della spensieratezza, del sorriso, della generosità, della sensualità. Rio de Janeiro è l’unione di spiaggie, montagne e foreste che soddisfa i desideri di tutti. Continua a leggere