BEVI,CANTA E TUTTO PASSA
CORK 18/10/2011
Arrivo a Cork, città che si trova a sud-est dell’Irlanda, ho preso l’autobus (aircoach) dall’aeroporto di Dublino. Questa mattina ero a Londra, ho volato a Dublino e ho preso subito il pullman verso Cork.
Oggi ho rischiato di perdere l’aereo per la prima volta nella mia vita. Sono partita da casa di Jerome, un mio amico che mi ha ospitato a Londra, troppo tardi, ho dovuto camminare fino alla stazione della metro la quale sono 20 minuti di strada, ho sbagliato strada come al solito, arrivata alla stazione ho aspettato la metro per 20 minuti, arrivata alla stazione di Victoria non trovavo la fermata dell’autobus per prendere il pullman per l’aeroporto di Luton, finalmente trovo la fermata dell’autobus Terrravision il biglietto è costato 17 sterline e pensavo che impiegasse 65 minuti ma l’autista mi dice che impiegheremo 1 ora e mezza, ciò significa 20 minuti prima della partenza del mio aereo. C’è stato un incidente per strada cosi siamo rimasti bloccati nel traffico e sono arrivata all’aeroporto 4 minuti prima che il gate chiudesse, inizio a correre come una matta arrivata ai controlli mi fanno aprire lo zaino perché sospettosi del mio porta occhiali, certo che gli inglesi a volte sono proprio rincoglioniti, mi dicono che non posso portare il profumo con me se non ho una busta di plastica, in tutte le città non hanno detto niente e gli inglesi proprio rompono le scatole, dopo tutto sto casino non trovavo la carta d’identità, infatti mi era caduta dall’altra parte dei controlli, ho chiesto ad un signore di prenderla e faceva tutto lentamente, comunque correndo ho preso l’aereo per un pelo.
Arrivata a Dublino ho preso l’autobus per Cork, dopo 4 ore di viaggio finalmente mi trovo in questa meravigliosa cittadina Irlandese, il mio couchsurfer Brian mi stava aspettando per andare a casa sua, stanca e distrutta arriviamo a Little Island il paesino vicino Cork dove Brian con i suoi conquilini abitano.
19/10/2011
Per arrivare alla stazione dei treni di Little Island da casa di Brian, bisogna camminare 15 minuti a piedi attraverso una strada circondata da belle ville, alberi, giardini e non vi è ombra di esseri viventi o meglio di uomini, perché in quella strada tutto intorno a me è cosi vivo, sento gli alberi respirare, il vento soffiare e muovere i rami di questi meravigliosi alberi, percepisco l’erba verde svegliarsi dal sonno profondo della notte e riscaldarsi con i raggi del sole che trapano le nuvole.
Mi sento bene, sono felice, ho un po’ freddo ma con due maglioni, un cappellino, i guanti e la sciarpa sto bene, mi sento protetta, e sono contenta che non piove.
Arrivo in una strada molto grande e chiedo ad un ragazzo dove è la stazione e mi dice che è troppo lontano, tipo mezz’ora a piedi cosi mi chiede se voglio un passaggio e io ovviamente non perdo occasione. Il nome di questo ragazzo è David, è alto, robusto, carnagione bianca, occhi azzurri, capelli biondi e barba rossiccia, tipico degli irlandesi, fa lo scaffler cioè quelle persone che montano le impalcature ai muratori per lavorare nei palazzi alti. David è un bravo ragazzo, socievole, e buono, alla fine mi lascia direttamente a Cork.
Adoro gli Irlandesi sono simili ai Siciliani, allegri e sempre pronti a dare una mano.
Cork è una città di circa 120 mila abitanti, colorata, ogni negozio ha un colore diverso, verde, blu,giallo, rosso, viola, arancione,rosa, amo questa città perché mi rende allegra, cammino in St Patrick road e incontro un signore che suona il pianoforte per strada, la sua musica trasmette tanto amore. Mi chiedo come abbia fatto a portare il pianoforte fino a lì, c’è anche un signore che suona il violino, un altro signore alto, in giacca e cravatta che canta … è impossibile non fermarsi ad ascoltarli e dare loro una monetina.
Arrivo a Golden Parade che è una via vicina ad un ponte che ti permette di attraversare il fiume Lee, in pratica il centro di Cork è un isola nel mezzo di questo fiume e per arrivare lì bisogna attraversare alcuni ponti.
Supero il ponte e vado in direzione di quello che sembra da lontano una cattedrale, infatti lo è. ST Finbarre’ s Cathedral costruita da William Burges tra il 1865/1879 in bishop street nella zona dove St Finbane aveva fatto costruire un monastero.
Questa cattedrale è bellissima, circondata dal verde dei prati dove ci sono alcune tombe, probabilmente di persone famose. L’energia in questo luogo è bellissima, l’aria è fredda, ma il sole riscalda le anime di questo parco. Mi sento come se fossi a casa, sono totalmente in sintonia con questo luogo, percepisco che tutto quello che è successo negli anni passati in questo luogo è stato qualcosa di buono e magico.
Per visitare la cattedrale bisogna pagare 4 euro e sinceramente non ne vale la pena, in Italia ci sono chiese molto più belle e gratis da visitare.
Uscita dalla cattedrale mi dirigo verso la università che si chiama UCC, mentre cammino inizia a piovere per fortuna non tanto forte, sento tanto freddo ma quando arrivo all’università magicamente il sole compare, le nuvole volano via e lasciano spazio ad un po’ di calore.
Mi trovo nel “ Main Quadragle” che è uno spaziale molto grande a forma di rettangolo dove al centro ci sono dei quadrati di erba all’inglese, circondata da palazzi dallo stile collegiale, mi siedo in una panchina e mi godo il sole e tutto ciò intorno a me.
La maggior parte dei ragazzi sono Irlandesi, sono vestiti con abiti leggeri, alcuni in maniche corte, altri con una semplice maglietta a maniche lunghe, la loro carnagione è molto chiara, hanno le guance rosse dal freddo, percepisco la tensione di un esame, la voglia di sognare, il divertimento, la spensieratezza, la voglia di conoscere gente nuova.
Quando il sole decide di nascondersi dietro le nuvole mi alzo e continuo a vagare all’interno di questo complesso universitario ed entro dentro una sorte di corridoio chiuso da un lato da finestre e dall’altro lato da mura, questo è il “stone corridor” dove ci sono esposte 28 pietre sulle quali si trovano i segni dell’ Ogham cioè la lingua da dove l’Irlandese proviene. L’alfabeto consiste in 20 caratteri divisi in quattro gruppi di cinque caratteri l’uno. E’ emozionante poter toccare e vedere qualcosa che è stato scritto da antenati.
Camminando per strada in direzione centro, un signore sulla sessantina, alto, magro, con un cappello Irlandese a quadretti marrone, arancione e verde mi chiede se mi è piaciuta la cattedrale, così iniziamo a camminare insieme e alla fine passiamo tutto il pomeriggio insieme. Il suo nome è Thomas, è un pensionato di Limerick ( una città ad est dell’Irlanda), faceva il contadino in una piccola isola di Limerick, posseduta dalla sua famiglia da 3 generazioni. E’ venuto a Cork con l’autobus per visitarla perché non l’aveva mai vista. Thomas è un uomo felice della sua vita, stanco di lavorare, ma curioso e voglioso di conoscere, viaggiare e scoprire, incuriosito dai miei viaggi mi fa tremila domande dicendomi che solo cosi può viaggiare.
Gli ho promesso di inviargli ogni tanto delle cartoline cosi viaggia con me in qualche modo, ed è l’unico modo per stare in contatto perché non sa usare internet. Sono felice di fare ciò, adoro condividere le storie dei miei viaggi con altre persone.
Il centro di Cork è circondata da un fiume per ricordarti che la vita è un flusso nella quale buttarsi senza opporre resistenza ma farsi trascinare.
Cork è un ponte che unisce due persone lontane per ricordarti che è sempre possibile raggiungere ciò che si ama.
Cork è una coppia di anziani che dopo una vita si amano ancora e sono felici di condividere il proprio tavolo con una sconosciuta e scambiare quattro chiacchere in allegria per dirti che parlare con gli sconosciuti arricchisce in qualche modo la tua vita.
Cork è un sorriso regalato solo perché stai vivendo veramente.
CORK BY NIGHT
La sera sono uscita con Brian e i suoi conquilini, siamo andati in un pub che si chiama Washinton in. Classico pub Irlandese, fatto di legno, moquette, e puzzolente.
Le ragazze sono super vestite, non nel senso che hanno addosso tanti vestiti anzi tutto il contrario, sono quasi nude con 8 gradi fuori dal locale, non portano calze, indossano vestiti che in Italia usiamo per andare ai matrimoni, tacchi altissimi, truccatissime. Gli uomini apprezzano ciò e lo fanno notare, non come gli inglesi o gli australiani che guardano le donne di nascosto. Gli irlandesi sono come gli uomini latini, cacciatori veri cacciatori, ti guardano, ti sorridono,ti fanno complimenti, ti fanno sentire importante, sono gentili, vogliono sempre pagare e offrire, sono dei veri gentlemen.
C’è la musica ma non molta gente balla, gli irlandesi non amano ballare, anzi non si muovono per nulla, per loro divertirsi è andare in un pub, bere tanta birra, non avevo neanche il tempo di finire la mia birra che mi ritrovavo un altra birra nell’altra mano. Ho chiesto Brian di andare a ballare e lui mi ha detto: “ no Debora ballare è una perdita di tempo” ho chiesto il perché e lui ha risposto: “ perché quando balli non puoi bere” sono scoppiata a ridere non avevo mai sentito una scusa cosi plausibile per non ballare.
Adoro gli irlandesi mi fanno sentire come a casa.
KINSALE
Kinsale è una piccola cittadina di porto a 50 minuti da Cork. E’ un piccolo paesino, pieno di piccole botteghe artigianali, tutte colorate come Toms Artisan Bakery, sono circondata da case blu con porte e finestre rosse, verde mela, violetto chiaro, verde bottiglia. Non ci sono palazzi alti, ma casette e piccole villette. Tutti qui mi sorridono e mi salutano, due bambini mulatti mi salutano, un signore mi lascia passare dopo lui per strada.
Ho visitato Desmond Castle, la quale è veramente molto piccolo è praticamente formato da una torre e una porta, c’è una chiesa Anglicana molto bella e il Carmelite Friary che è una chiesa con una campana molto grande nel cortile. Tutto questo è visitabile camminando in centro , in meno di un ora avevo già visitato tutto e conosciuto quasi tutti gli abitanti del paese cosi decido di andare a vistare James’s fort la quale è dall’altra parte del fiume, cioè di fronte a Kinsale, se nuoto arrivo subito e non vi nascondo che l’idea mi era balenata in testa, ma sinceramete faceva troppo freddo. Non c’è un ponte che porta direttamente li ma bisogna camminare 40 minuti, percorrere la strada lungo il porto che porta verso Cork, percorsa tutta la strada c’è un ponte e dopo il ponte si deve percorrere la strada parallela a quella di prima in direzione opposta, in pratica cammini scrivendo una U.
Dopo 40 minuti arrivo in un luogo isolato, nascosto da cespugli spinosi, tutto verde e finalmente percorrendo dei sentieri vedo James Fort. Wow che spettacolo, questo ammasso roccioso a forma di castello circondato da una distesa d’erba umida, verde e viva. La cosa bella è che questo forte non si intravede neanche un po’ dalla strada, cioè tu cammini, cammini, cammini e magicamente te lo ritrovi davanti sorprendendoti.
Ero da sola non c’era nessuno, completamente nessuno. Il forte era tutto mio, ho iniziato a correre intorno, a percorrere sentieri a saltare, ballare e ho chiesto cortesemente ad un cespuglio di scattarmi una foto.
Mi sentivo libera, selvaggia, una guerriera pronta a tutto pur di salvare il suo castello, insomma una vera e propria pazza.
Tornata al porto di Kinsale prendo l’auotbus di ritorno per Cork, stanca ma felice, ne è valsa la pena camminare cosi tanto e avere scoperto un luogo magico come James Fort.
James Fort è la magia di vivere ancora nonostante la pioggia, il freddo, il vento,l’umidità, le guerre, è la magia del luogo nascosto la quale solo i più curiosi e avventurieri hanno il piacere di toccare.
James Fort è chiedersi quel qualcosa in più che viene sempre ripagato.
BELFAST, NORD IRLANDA
Ho viaggiato tutto il giorno per arrivare in questa città, prima ho preso l’autobus da Cork fino a Dublino, cinque ore di viaggio, e poi da O’Connell station a Dublino fino a Belfast con il treno, almeno il treno era molto comodo e ho dormito tanto.
Alan il couchsurfer che mi ospiterà a Belfast, è venuto a prendermi alla stazione per fortuna perché ero distrutta. Alan è un ragazzo di 33 anni, robusto, calvo, occhi azzurri, carnagione molto chiara, è divorziato, lavora in banca,suona la chitarra e canta nei locali durante i weekend. Non ha una gran vita sociale, penso perché tutti i suoi amici sono sposati,alcuni hanno figli,lui dice di stare bene da solo, percepisco che ciò non è vero.
Alan è un ragazzo con un cuore gigante, molto buono. Per il mio compleanno mi ha preparato una mega colazione, con uova, bacon, e pane molto buona.
Siamo stati in giro per Belfast, passati per un parco che si chiama: Ormeau, pieno di uccelli bellissimi, in particolare ci sono degli uccelli blu che si chiamano Magpaes. Gli irlandesi dicono che se ne vedi uno porta tristezza, se ne vedi 2 portano gioia, 3 una figlia, 4 un figlio.
Belfast non ha niente di irlandese, i palazzi sono tutti uguali a stampo inglese, molto noiosa, tutto dello stesso colore, si capisce subito che è stata rubata dagli inglesi,è monotona e triste, monotona perché gli inglesi hanno l’abitudine di costruire tutti i palazzi uguali, della stessa forma e colore, le case si distinguono solo dai numeri civici.
Vicino al fiume c’è un pesce gigante costruito in ceramica, con mattoni blu e bianchi e in ogni mattone c’è il disegno di qualcosa come per esempio il Titanic, ho provato a baciarlo sulla bocca ma non si è trasformato in un principe, Alan dice che è normale perché non è una rana.
Bella l’università la Queen, gigante e costruita con mattoncini rossi.
Ci sono un sacco di negozi dove costruiscono dei pupazzetti,la maggior parte sono caricature politiche. Ed è grazie a questi negozi che ho scoperto i leader dei due partiti politici più importanti nel nord d’Irlanda. Ian Paisley è il capo degli Unionist che vogliono il nord Irlanda sotto l’Inghilterra e Jerry Adams capo dei Repubblicani che invece vorrebbero essere uniti con l’Irlanda del sud. Come tutti sanno l’Irlanda del nord fa parte del Regno Unito infatti hanno le sterline come moneta, invece il resto dell’Irlanda ha l’euro e fa parte dell’Irlanda.
DUNLUCE CASTLE
E’ un castello che si trova al nord di Belfast vicino Portrush. Alan mi ha portato lì con l’auto. Gli ho detto che adoro i castelli, così mi ha fatto felice.
Questo è il mio castello, sono convinta che in un altra vita, vivevo in un castello, probabilmente ero parente del re o della regina, l’unico mio problema era che ero ribelle, non volevo vivere all’interno di quelle mura ma volevo visitare il mondo, cosi leggevo tanto, studiavo medicina alternativa, erbe per curare le malattie. La mia famiglia vedendomi cosi acculturata e dire cose “strane” pensarono che ero una strega e mi bruciarono al rogo. Sono fermamente convinta di ciò cosi quando sono arrivata in questo castello, mi sono subito sentita come a casa, ho percepito di avere vissuto lì.
Dunluce Castle si trova sulla roccia a quaranta metri di altezza, sulla costa del nord di Autum a 5 km est da Portrush e a 3,5 km a ovest da Bushmills. Vicino la Scozia. Questo castello mozza il fiato, circondato da una distesa di prato verde, su una roccia pericolosa e sfaldabile con il tempo e con le onde del mare, le onde toccano violentemente le roccie dove si erige questo meraviglioso castello.
La vista toglie il respiro,il mare succhia le tue energie, il cielo ti ruba i pensieri e il prato verde ti fa sentire un anima leggera senza corpo dove non esiste il tempo, non esiste oggi, domani e ieri, tutto è infinito e soave.
Mi sono sdraiata sul prato per essere ancora più in connessione con questo luogo e devo dire che è una sensazione meravigliosa, mi sentivo parte del tutto. Anche se questa sdraiata mi è costato un jeans bagnato e pieno di fango e non è una sensazione piacevole camminare con il sedere bagnato mentre ci sono 8 gradi e fa freddissimo e con il sedere pieno di fango sapendo che ho solo questo paio di jeans e devo viaggiare per altre 3 settimane. Ma sono felice di averlo fatto, mi piace toccare ciò che vedo, mi piace abbracciare il mondo, è come quando sei con un ragazzo che ti piace, è bello guardarlo e parlargli ma è ancora più bello toccarlo, accarezzarlo, baciarlo per sentire la sua energia dare la mia di energia per unirsi in una più grande e uscirne arricchiti, per essere in grado di possedere più energia di prima. Ecco a me piace fare l’amore con i posti che visito, mi piace sentirne la passione, il battito del cuore, amo sentire la vita di un luogo e vi posso giurare che anche se un posto non si muove e nessuno vi abita, potete percepire energia, si energia viva.
Vicino al mio castello c’è il GIANT’S CAUSEWAY. É un luogo incantato sulla costa nord-est dell’Irlanda, proprio di fronte la Scozia, si riesce anche a vederla.
Esiste una leggenda che dice che vi era una lotta tra Irlandesi e i giganti Scozzesi, gli Irlandesi non sapevano come sconfiggerli cosi travestirono un Irlandese come un bimbo, la moglie ha cucinato una torta che sembrava una roccia, cosi quando i giganti sono arrivati in Irlanda hanno visto questo bimbo gigante mangiare una roccia(la torta) e pensarono che se i bambini mangiano le rocce dimostra che sono forti e quindi gli adulti devono essere ancora più forti, cosi, scapparono via.
Sono curiosa di conoscere la versione Scozzese di questa leggenda…. Vi farò sapere in giugno!
Questo luogo è incredibile si cammina lungo la costa fino ad arrivare a queste rocce che unite tra loro sembrano delle patatine fritte finte, l’acqua li bagna e li modella, è possibile arrampicarsi fino in cima e ti senti come il conquistatore del posto, da lì puoi controllare e possedere tutto. Percepisco che qui sono avvenute tante battaglie.
DUBLINO
Stazione O’Connell, Dublino.
Piove, piove, piove tanto e c’è tanto vento. Oggi ho avuto la felice idea di mettere gli stivali in una busta, ma la busta che mi ha dato Alan era di carta, devo camminare 20 minuti dalla stazione a casa di Alexandre il ragazzo di couchsurfing che mi ospiterà a Dublino. Ho aperto l’ombrello ma si capovolge sempre, così la busta inizia a sciogliersi e a rompersi, mi ritrovo a camminare con gli stivali in mano, il diario nell’altra e l’ombrello che si gira sempre, in pratica mi sono bagnata tutta, finalmente arrivata in Church street, non riesco a trovare il numero civico che è 213, ero bagnatissima e stanca così fermo un taxi, gli do l’indirizzo e non ha idea di dove sia, diceva che quel numero civico non esiste, chiamo Alexandre e risponde una signora italiana molto arrabbiata e infastidita della mia chiamata, chiaramente il numero è sbagliato. Così chiedo al taxista di portarmi in un ostello. Il letto in una stanza con altre 16 ragazze costa 17 euro, non potevo dire di no perchè ero tutta bagnata e stanca, così arrivo davanti la reception con i miei stivali in mano, bagnata e faccio il check-in. Quando entrai in camera tutte già dormivano, le luci erano spente non vedevo nulla. Ero molto incavolata, certo che i brasiliani sono proprio inaffidabili, bé quando si viaggia all’avventura gli imprevisti fanno parte del gioco, e comunque la gente di Couchsuring è gente che non ho mai incontrato anche se questa è la prima volta che mi capita una cosa del genere con questo sito.
Non ho dormito bene, alcune ragazze sono arrivate alle 2 di notte e hanno fatto un sacco di rumore, altre che si sono svegliate alle 4 del mattino. Fuori la pioggia era forte, il vento era ancora più forte della pioggia, le finestre sbattevano, i vetri tremavano, per fortuna che ero al caldo, sotto le coperte e sotto un tetto.
Il giorno dopo decido di andare a cercare la casa di Alezxandre, ma ho camminato per 2 ore sotto la pioggia senza nessun risultato, cosi decisi di andare in un internet point per cercare degli ostelli che costano poco. Dopo sono andata in un fast food, aspettando che la pioggia finisca.
Mi trovavo in Temple bar, che è una strada piena di bar, pub, ristoranti veramente molto carini, costruiti con il legno, colorati di giallo, rosso blu e verde. Un signore di 70 anni all’angolo della strada mi guardava e mi sorrideva, mi chiede: “che ci fai a Dublino con questa pioggia?” “ torna al tuo paese” e inizia a ridere, è un signore simpaticissimo e divertente iniziamo a parlare, mi chiede dove sono stata in Irlanda e gli parlo di Dunluce castle, lui non c’era mai stato cosi apro la borsa per mostrargli la cartolina e lui mi dice : “ ma sei pazza? Apri la borsa in questo modo davanti ad uno sconosciuto? “ io inizio a ridere sapevo già che lui non è un ladro, ma comunque chiudo la borsa, adoro questo signore. Lo saluto e continuo a camminare, quando improvvisamente ricevo un sms sa Alexandre scusandosi per quello che era successo e che mi aveva dato il suo numero brasiliano e mi invita ad andare a casa sua. Era impossibile trovare casa sua perché il numero civico dell’appartamento è dentro un palazzo la quale non ha un numero civico ma un nome.
Sono felice di essere a casa sua al caldo e soprattutto di poter mettere tutti i miei indumenti bagnati sul termosifone.
Cosa visitare a Dublino: la cattedrale di S. Patrick, il castello che non è un gran ché, ma si trova davanti un parco, dove è piacevole stare seduti sulla panchina sotto il sole.
Henry street è una strada piacevole, piena di negozi. In questa strada c’era una coppia Argentina con la loro moto il cui nome è Pilota e hanno visitato 75 paesi. Si trovavano per strada con la “Pilota” e il mappamondo con indicati tutti i paesi dove sono stati e con le loro foto, adesso vendono orecchini e collane per raccogliere soldi e continuare a viaggiare. E’ un idea brillante, percepisco che questa coppia è felice e serena così gli do 5 euro, so che non sono tanti ma per me significa un pranzo. So cosa vuol dire viaggiare e cosa si prova.
Mi sono divertita veramente molto con Alexandre e il suo coincuilino Danilo, sicuramente perché sono Brasiliani… loro adorano ballare e divertirsi come piace a me, gli Irlandesi sono molto divertenti ma non amano ballare il ché è un vero problema per me che amo ballare.
Alexandre mi ha portato in un pub dove il martedì la birra costa 2 euro, e c’è un gruppo Irlandese che suona musica rock il loro nome è “ The Troubadours”.
Questo gruppo musicale è veramente figo, interagiscono con il pubblico, sono dinamici,allegri, divertenti. Appena hanno saputo che ero italiana mi hanno cantato “ That’s Amore”, mi hanno detto in quali città sono stati in Italia e tutto ciò al microfono:)
Un ragazzo si alza e inizia a ballare la danza Irlandese, allora mi invitano a ballare con lui, io non perdo occasione cosi mi ritrovo davanti il palco a ballare una danza che non conosco con un ragazzo sconosciuto. Mi sono divertita veramente tanto. In pratica non mi potevo muovere, che appena mi alzavo per andare da qualche altra parte il cantante diceva: “ hey italiana dove stai andando?” mi adoravano e io adoravo loro.
A malincuore vado via dall’ Irlanda, è uno di quei posti che tutti devono assolutamente visitare.